Casa protetta Oberland Zurighese
Frauenhaus Zürcher Oberland
Casella postale 94
8610 Uster
Telefono: 044 994 40 94
Reperibilità telefonica: 24/7
E-Mail: info@frauenhaus-zo.ch
Domande frequenti
Le case protette sono luoghi in cui possono rifugiarsi le donne maggiorenni e i loro figli quando sono vittime di violenza fisica, psichica e/o sessuale e necessitano di protezione e consulenza.
Le case protette assistono anche ragazze minorenni e giovani donne vittime di violenza domestica nella ricerca di un alloggio adeguato senza i genitori.
I bambini che entrano in una casa protetta con la mamma vengono presi sul serio e ottengono consulenza e aiuto, al pari delle madri.
Le collaboratrici delle case sono tenute a rispettare il segreto professionale. Forniscono la loro consulenza in maniera riservata e all’occorrenza ricorrono a interpreti per migliorare la comprensione.
La casa protetta in genere è paragonabile a una grande comunità abitativa. Oltre agli spazi comuni, ogni donna ha una stanza per sé (e per i propri figli). La donna resta responsabile di sé (e dei propri figli) anche durante tutto il soggiorno nella casa protetta.
Garantire la sicurezza delle residenti è una priorità assoluta. Ecco perché l’indirizzo di gran parte delle case protette è segreto. A seconda della situazione di rischio individuale, può rendersi necessario limitare i contatti sociali. Inoltre, sempre a seconda della situazione specifica, si verifica insieme all’interessata se sia opportuno sospendere temporaneamente il lavoro e, per i figli, la frequenza della scuola del luogo di residenza.
All’aspetto della sicurezza si affianca un’assistenza completa a donne e bambini. Nella casa protetta si svolgono a questo scopo regolari colloqui, in cui le consulenti offrono aiuto su vari temi, basandosi sulle esigenze e sulle risorse individuali delle donne residenti.
Per dubbi o domande sul soggiorno nella casa protetta può rivolgersi (anche in forma anonima) alla casa protetta della sua regione. Il contatto non comporta alcun rischio né impegno. Ecco la lista di tutte le case protette con i rispettivi contatti.
Se possibile porti gli indumenti e i farmaci indispensabili per lei e i suoi figli. Inoltre, è molto importante avere con sé tutti i documenti personali, come passaporto, permesso di soggiorno, carte bancarie e tessera della cassa malati, certificati di vaccinazione, atti di nascita e certificato di matrimonio, senza dimenticare i giocattoli preferiti dei bambini.
Sì, può entrare nella casa protetta anche se non dispone di soldi e risorse finanziarie. In genere è il Servizio per l’aiuto alle vittime di reati cantonale a farsi carico delle spese di soggiorno nella casa protetta per il primo periodo. Non è necessario aver sporto denuncia. E se il soggiorno si prolunga, le collaboratrici della casa protetta la aiuteranno a trovare una soluzione.
Sì, in base al codice civile, in caso di violenza domestica lei ha il diritto e il dovere di mettere in salvo i suoi figli e di separarli temporaneamente dall’altro genitore.
Le collaboratrici della casa protetta la aiutano nel pianificare i passi da affrontare dopo il soggiorno nella casa, indipendentemente dalla soluzione che ha scelto per il suo futuro (separazione, ritorno nella casa di famiglia ecc.).